Chissà quante volte verrà in mente, a noi dell’ANPI, Michele Greco, il suo modo spesso irruente, a volte invece pacato, di difendere con profonda convinzione e determinazione la nostra, la sua organizzazione e i sentimenti profondamente antifascisti a cui si ispirava.
Chissà quante volte ci verrà alla memoria il suo argomentare deciso, che affondava le radici in una militanza politica solida e coerente.
Michele apparteneva alla seconda generazione post resistenziale. Era un figlio del baby boom, come molti dei militanti dell’ANPI attuale. Crebbe dunque in quegli anni difficili e straordinari che videro dapprima la difesa strenua dei valori della Costituzione e dell’antifascismo, di fronte ai tentativi reazionari, nel periodo dei grandi scontri politici: il dopoguerra e la guerra fredda. Michele allora era piccolo e poi ragazzo. Ma quello era un clima che si respirava anche da fanciulli: le difficoltà della vita quotidiana, una divisione classista ben delineata facevano capire precocemente com’era organizzata la vita sociale.
La sua maturità, come tanti di noi, la raggiunse nel pieno delle lotte operaie e democratiche della fine degli anni Sessanta e negli anni Settanta. Anni in cui sembrava che i valori della Costituzione si stessero definitivamente affermando.
Non fu così. Un paio di decenni dopo iniziò quella controrivoluzione dei padroni, che in poco più di trent’anni ha smantellato conquiste e progresso civile, cercando di scalzare anche i valori dell’antifascismo.
Michele visse queste difficili fasi non da vinto, da persona che rinunciasse ai suoi principi per sposare le ragioni dell’avversario.
Fu sempre limpido e coerente. Questo è il valore più importante che egli trasmette a chi affronta oggi la difficile situazione sociale, politica e sanitaria che stiamo vivendo.
Michele è stato vittima di una pandemia, cioè di una malattia prettamente sociale. Aveva visto i limiti e gli errori, proprio sul terreno sanitario, di chi amministra oggi il vivere collettivo. Lui come tanti, infinitamente troppi cittadini, non è stato messo nelle condizioni di evitare di essere colpito. Lui, come tanti compagni, non era un rassegnato. Ma la sua lungimiranza non è bastata. A noi il compito di continuare l’opposizione a questo stato di cose.
Alla famiglia, alla moglie Carmela, ai figli Silvia e Marco ci sentiamo di dire: siamo orgogliosi di Michele, di averlo avuto al fianco di tante battaglie in questi anni perigliosi.
Michele Greco non sarà dimenticato. Continuerà assieme a noi la lotta per un destino migliore, libero dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Che la terra gli sia lieve.
Ufficio di Presidenza
ANPI Provinciale del Lodigiano
Isabella Ottobelli, Francesco Cattaneo,
Sergio Gandolfi, Gennaro Carbone
Lodi, 22 marzo 2021
