Posizione ANPI in merito a via Ramelli

Nella politica come nella vita, il momento delle dichiarazioni è decisivo nello svelare le intenzioni nascoste.
La maggioranza del Consiglio comunale approva una deliberazione molto contrastata per intitolare una via a Ramelli. L’opposizione mette in rilievo la strumentalità della proposta e la parzialità al limite della faziosità (perché a Lodi non c’è una via intitolata alle vittime di piazza Fontana – in cui morì anche un cittadino lodigiano, Pietro Dendena – o di piazza della Loggia, o dell’Italicus, o della stazione di Bologna? Per citare solo alcune delle stragi fasciste che insanguinarono l’Italia nei decenni Settanta Ottanta del secolo scorso). La maggioranza tira dritto.
Tutto questo avviene nel febbraio del 2020.
Oggi, un anno e due mesi dopo, la Giunta riprende la decisione, delibera quale via intitolare e programma l’inaugurazione fra oltre un mese.
Saremo allora oltre il 25 aprile. Ma la notizia va sfruttata prima: una settimana prima della festa della liberazione dal fascismo e dal nazismo. Illudendosi così di fare in qualche modo velo alla ricorrenza.
Appunto: il momento della dichiarazione è decisivo nello svelare le intenzioni nascoste.
D’altronde, non si può certo pretendere che Invernizzi (già nella direzione nazionale di Forza nuova) e Lamparelli (ex esponente di Lealtà e azione), ambedue quindi legati fino a non molto tempo fa a formazioni di estrema destra, vogliano festeggiare il 25 aprile.
Bisogna però rinfrescargli la memoria: il 25 aprile hanno vinto i partigiani, la Resistenza e il popolo italiano, che si liberò del regime. E ricordare loro che il 25 aprile è la maggiore festa laica del nostro paese, che celebra la fondazione dell’Italia contemporanea.
Con buona pace di tutti i nostalgici.

Lodi, 17 aprile 2021

L’Ufficio di Presidenza
ANPI Provinciale del Lodigiano