Sindaco e Maggioranza del Consiglio comunale di Maleo vietano i comizi istituzionali del 25 Aprile!
Cos’è questa smania di stilare liste di proscrizione? Può parlare il Sindaco e – speriamo – il rappresentante dell’Associazione dei Combattenti, ma l’A.N.P.I. è proscritta? Sappiamo chi nei secoli ha stilato liste di proscrizione, di divieti, di nein! I dittatori, a partire dai romani Mario e Silla e su su fino al nostro Novecento. Mussolini non vi dice niente? Con la sua Ovra? Con il Tribunale speciale per la difesa dello Stato?
Cosa succede? Ci stiamo preparando ancora a un esito simile? Perché devono essere chiarite alcune cose.
Esiste una Costituzione, sulla quale hanno giurato i Sindaci, che garantisce la libertà di espressione e nessuno può interferire, limitare o peggio ancora sospendere questa libertà, a meno di delitti (offese, calunnie o simili). Ma in questo caso non è il Sindaco che deve intervenire, ma la magistratura.
Ora, l’atto approvato martedì 7 giugno dal Consiglio comunale di Maleo è una mostruosità giuridica, prima ancora che politica. Cosa sono diventati il nostro Sindaco e la sua maggioranza? Sono forse i padroni del Comune? I padroni assoluti, tanto da zittire chi dice cose che non li aggradano?
Il Comune non è del Sindaco; basterebbe conoscere l’italiano per capirlo: se è il Comune, è di tutti. Il Sindaco lo gestisce pro tempore; può darsi che il latino sia ostico e allora spieghiamo: temporaneamente.
Le motivazioni che sostengono quest’atto inqualificabile sfiorano il ridicolo, come tutti gli atti antidemocratici. Il relatore dell’A.N.P.I. non è piaciuto? Fosse anche vero (ma chi lo dice?) mettiamo l’Auditel a misurare le celebrazioni istituzionali? Il suo discorso è stato troppo lungo (!?) e divisivo. Quest’ultimo aggettivo è entrato da poco nel lessico politico e serve solo a emarginare e ad additare un avversario politico come nemico. Divisivi sono il Sindaco e la Giunta che vogliono impedire la libera espressione politica.
L’A.N.P.I. esprime una valutazione storica (e pretendiamo che ce la contestino argomentatamente, non per slogan) e si attiene strettamente alla Costituzione. Vogliamo ricordare cosa dice: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» (articolo 21).
Ricordiamo ancora che il Sindaco ha giurato di rispettarlo, questo articolo. E gli suggeriamo di pensare un po’ prima di sostenere tesi avventate. L’articolo 21 tutela il diritto di critica e di dissenso verso il potere. È questo diritto che il potere (in questo caso Sindaco e Giunta) vogliono abolire? E come si chiama un
ordinamento in cui non si tutela il dissenso e non si permette l’espressione di opinioni diverse? E poi: quali sono le opinioni diverse espresse al relatore dell’A.N.P.I.? Quelle ormai accettate dalla grande maggioranza degli storici. Mettiamo al bando anche i loro studi?
La maggioranza di Maleo si sta mettendo su una strada illiberale e anticostituzionale. Ne risponderà davanti a chi deve tutelare il dettato costituzionale. Ma questo episodio antidemocratico mette in evidenza in che tempi viviamo: di mancanza di rispetto delle opinioni altrui, che non vengono confutate, ma impedite. Capiscono la differenza i Consiglieri di maggioranza e il Sindaco di Maleo?
È la stessa differenza che c’è tra la democrazia e un ‘regimetto’. Tempi grami.
A.N.P.I. Grande Fiume MALEO
Sez. “Vaccari Teodoro e Bravi Domenico