Apprendiamo dalla stampa locale, che il Coordinatore Provinciale di Fratelli d’Italia Francesco Filipazzi, nel Giorno del Ricordo sceglie di scagliarsi contro l’ANPI accusandola di “minimizzare l’infoibamento e la pulizia etnica subiti dai nostri connazionali”.
L’ANPI si impegna costantemente nella salvaguardia della memoria storica del nostro Paese, promuovendo una riflessione critica e approfondita su eventi complessi e dolorosi.
Ricordiamo a Filipazzi che la legge che 21 anni fa ha istituito il Giorno del Ricordo stabilisce chiaramente che questa ricorrenza è dedicata non solo alla memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata, ma anche alla “più complessa questione del confine orientale”. È quindi fondamentale affrontare tale tema in tutta la sua complessità e con la massima onestà intellettuale, evitando di ridurre il discorso a semplificazioni o strumentalizzazioni politiche.
Ricordiamo quindi l’orrore delle foibe del 1943 e del 1945 e le sue vittime e, assieme, il dramma dell’esodo biblico di tanti italiani: due tragedie incancellabili, nel tempo di ferro e di fuoco della Seconda Guerra Mondiale scatenata dai nazifascisti.
Ma ricordiamo anche il fascismo di confine che, a partire dal 1919, insanguinò quelle terre con distruzioni, violenze ed omicidi nei confronti, in particolare, delle minoranze slave (sloveni e croati), ma anche degli oppositori politici del fascismo nascente.
Ricordiamo i tanti crimini di guerra commessi dagli occupanti italiani dopo l’invasione della Jugoslavia del 1941: la strage di Podhum, vicino a Fiume, in cui l’intera popolazione maschile venne sterminata, il campo di concentramento fascista nell’isola di Arbe, dove circa 1.400 civili morirono di fame e malattie a causa della deportazione italiana e le inenarrabili atrocità compiute nei confronti delle popolazioni locali.
Riconoscere tali eventi ed approfondirne le dinamiche non significa affatto sminuire il dramma delle foibe o offendere la memoria delle vittime, né tantomeno ignorare il calvario dell’esodo, ma vuol dire contestualizzare tali eventi nella più generale tragedia originata dall’invasione italiana e conseguentemente individuare anche le gravissime responsabilità, oggi oscurate, della guerra fascista e dei suoi responsabili che sono rimasti impuniti.
Negazionista e riduzionista è esattamente chi rimuove tutto ciò e costruisce una narrazione faziosa, in palese contrasto con la tragica dinamica dei fatti del tempo e con la stessa legge sul Ricordo, con l’evidente obiettivo di riscrivere la storia ignorando, sminuendo o nascondendo i crimini del fascismo.
L’ANPI Provinciale di Lodi ritiene che il ricordo e la commemorazione delle vittime debbano essere accompagnati da un’analisi critica e contestualizzata, che tenga conto delle dinamiche storiche, sociali e politiche che hanno caratterizzato quel tragico periodo
Continueremo pertanto a fare del Giorno del Ricordo una giornata di rispetto e non di oltraggio, di analisi storica e non di propaganda, di fraternità e non di odio, di pace e non di guerra.
ANPI Provinciale di Lodi
Lodi, 10/02/2025