24 Aprile 1945
La sera del 24 aprile 1945, una squadra partigiana cresciuta e mimetizzata nel dedalo di case, cortili e sottotetti della Maddalena si apprestava ad attaccare il Distretto Militare di via Fanfulla a Lodi: nella casa di Egeo Rossi si erano dati appuntamento Samuele Avalli, Mario Bottoni, Franco Bertolli, Roberto Carinelli, Olimpio Guarnieri, Antonio Geroli, Luigi Peveri, Pino Rota, Franco Sidoli, Mario Zanaboni. Rota aveva contattato un sergente maggiore del Distretto, Mario Scotti, che gli aveva fornito anche una parola d’ordine (“Modena-Modesta”). Ma Scotti non fu inserito nell’ordine di servizio del 24 aprile e non riuscì o non si curò di avvertire Rota, come d’accordo. Verso le ore 23, i partigiani guidati da Guarnieri, vice comandante della 174ª Brigata Garibaldi, si incamminarono alla spicciolata su per la via Lodino, svoltarono a destra in via Fanfulla appiattendosi rasente al muro del Distretto. Rota attese che gli altri si ricongiungessero e si appostassero: picchiò il battente, pronunciò la parola d’ordine: prima silenzio, poi rispose una scarica di mitra. I partigiani lanciando bombe a mano fuggirono, chi tornando sui propri passi, chi imboccando la vicina via Solferino. Il fragore della corsa e degli spari, nel silenzio del coprifuoco, richiamò i militi della brigata nera che sbucarono da via Incoronata e da corso Regina Margherita (oggi Corso Archinti) sparando. Carinelli e Zanaboni si arrestarono al portone dell’officina Esposti, Peveri (“Nape”) all’angolo di via Gabba, per coprire la fuga dei compagni che avevano proseguito per viale del Guasto. Dopo attimi, Carinelli e Zanaboni ripresero la corsa eclissandosi giù per gli spalti del parco “Isola Carolina”. “Nape” esitò: quando tentò di seguirli la sua ombra di diciassettenne minuto si offrì bersaglio ai mitra. Lo finirono a ridosso di una casa a metà viale del Guasto: il suo corpo devastato da otto ampie ferite fu raccolto il mattino del 25 aprile.
Testo tratto dal libro “Dal carcere chiamando primavera”, di Ercole Ongaro