Brigata Oltrepò “Teodoro Vaccari”

Come stabilito nelle elezioni del 28 marzo 1945 la 1° Brigata di Manovra Oltrepò “Teodoro Vaccari” risulta composta da tre distaccamenti (Bravi, Gandolfi e Bricchi). Carlo Gaboardi, nome di battaglia “Carlòn”, ne è il comandante, Caramba il commissario e Francesco Salvini, nome di battaglia “Meazza“, l’intendente.

Costituitasi nel ’44, la Brigata Vaccari ha cooperato con l’8° Brigata “G. Masarati”, 3° Divisione del Popolo, formatasi a Castelnuovo Bocca d’Adda nel gennaio del ’44 grazie alla collaborazione di Giuseppe Mizzi, nome di battaglia “Primula Rossa”, Comandante di Brigata, e Gianni Verzé di Caorso.

Alcuni componenti della brigata “T. Vaccari” militano tra il settembre e il dicembre del 1944 nella 38° Brigata S.A.P. (Caorso) guidata da Dario Bianchera. In quei mesi e tra il gennaio e il febbraio del 1945 alcuni componenti della brigata si spostano sulle colline e partecipano ad azioni nel piacentino, tra cui si ricordano l’assalto a una colonna tedesca a Cadeo il 9 novembre 1944, l’imboscata al Passo dei Guselli il 4 dicembre del 1944 e il soccorso prestato alla 31° Brigata Beretta (Val Tidone) tra 2 e il 4 gennaio del 1945. Il comandante Carlo con i suoi uomini partecipa all’assedio di Gropparello tra il 23 febbraio e i primi di marzo del ’45. Il 17 gennaio 1945 muore in seguito ad annegamento nel Po Francesco Bricchi, nome di battaglia “Perla“, in azione di prelevamento viveri. Il 27 febbraio del ’45 veniva catturato dai fascisti e imprigionato a Cassano d’Adda Luigi Lodola, nome di battaglia Bigi, barbaramente ucciso dopo più di trenta giorni di prigionia il 31 marzo 1945. Il Comandante Carlo e l’intendente Caramba sono costretti il 25 marzo a richiamare i partigiani ad una maggiore cooperazione e al rispetto nei confronti dei superiori. Il richiamo denota dunque una certa difficoltà nella gestione degli uomini, sparpagliati sul territorio. Un componente della brigata, Silvano Campagnoli, viene brutalmente ucciso con la famiglia a Caselle Landi (località Punte Alte) il 1° aprile del ’45.

Tra il marzo e l’aprile del ’45 i membri della brigata partecipano ad azioni di disturbo presso la via Emilia e danneggiano il ponte sull’Arda di Fiorenzuola. Gradualmente le azioni si spostano verso Caorso e verso il Po, in prossimità di San Nazzaro (frazione di Monticelli d’Ongina). Le azioni si concentrano lungo le rive del Po sino a che la brigata riceve tra il 26 e il 27 aprile 1945 l’ordine di attraversare il fiume per presidiare i comuni di Castelnuovo Bocca d’Adda, Caselle Landi, Corno Giovine, Maleo, Santo Stefano, Codogno. Ci dà notizia della liberazione di Castelnuovo Bocca d’Adda Carlo Gaboardi in un discorso tenuto in occasione del 22° anniversario della Liberazione a Bettola. Nel racconto di Carlo, l’attraversamento del fiume Po della brigata aveva suscitato le ire dei tedeschi in ritirata che presero in ostaggio trenta castelnovesi e il podestà, Alessandro Spelta, che si era offerto in cambio della liberazione dei suoi concittadini. Tramite la mediazione di don Pietro Cucciati, parroco di Cornovecchio, Carlo riesce ad ottenere il rilascio dei castelnovesi in ostaggio scambiandoli con un prigioniero tedesco nelle mani della brigata. Nella relazione delle azioni della brigata vengono descritte le morti di Bruno Butrichi e Gianni Masarati, brutalmente uccisi dai tedeschi in ritirata. Il 1° maggio 1945 la Brigata Oltre Po partecipa alla manifestazione per la liberazione di Cremona e viene accolta da cori di giubilo. Successivamente i partigiani hanno cooperato alla riorganizzazione delle Amministrazioni Comunali seguendo le indicazioni dell’Aiutante Maggiore Dario Bianchera che esorta “ognuno [a fare] il proprio dovere con serietà e
coscienza”.

Testo a cura di Natalia Gaboardi

Le notizie per la stesura di questa voce sono desunte dalla relazione stilata dal comandante Carlo Gaboardi per la Commissione di riconoscimento del Ministero di Assistenza Post-bellica (distaccamento di Milano) e da un faldone di documenti presenti nell’Archivio comunale di Castelnuovo Bocca d’Adda, consegnati da ignoti presumibilmente nel 1962 (data presente sulla lettera di accompagnamento del faldone) comprendenti ordini di servizio e rapporti
della 1° divisione garibaldina di Piacenza “W. Bersani” oltre a documenti della Brigata stessa.