27 Gennaio – Giorno della Memoria

Il 27 gennaio viene celebrato il Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto decisa dall’Assemblea Generale ONU del 1º novembre 2005. Fu scelta la data del 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz.

Lo United States Holocaust Memorial Museum calcola che circa 15-17 milioni di persone persero la loro vita come risultato diretto dei processi di “arianizzazione” promossi dal regime nazista, tra il 1933 e il 1945:

  • Ebrei. Tra le vittime dell’Olocausto vanno annoverati in primo luogo le vittime della Shoah (lo sterminio degli ebrei), che furono circa 6 milioni. Per i nazisti la “guerra contro gli ebrei” fu vista sempre come l’obiettivo centrale per il trionfo della “razza ariana”, quello la cui soluzione finale fu perseguita con maggior impegno e accanimento.
  • Rom. Altro gruppo destinato a completo sterminio furono i rom. Nel Porajmos (“lo sterminio degli zingari”) perirono tra le 196.000 e le 300.000 persone.
  • Disabili. Il terzo gruppo selezionato per completo stermino furono i disabili (ariani compresi), la cui esistenza era vista come una minaccia all’integrità della razza ariana. I programmi di eugenetica implicarono lo sterminio di oltre 250.000 disabili.
  • Non-Ariani. Altri gruppi non ariani, soprattutto slavi (russi, serbi, ucraini, polacchi, sloveni), non furono soggetti a programmi di completo sterminio, ma di “riduzione numerica”, “pulizia etnica”, e sottoposti a forme di sfruttamento coercitivo di lavoro, che provocarono comunque la morte di almeno 7-8 milioni di persone, tra cui circa 3 milioni di prigionieri di guerra sovietici.
  • Dissidenti politici. Il nuovo ordine mondiale imponeva obbedienza cieca e l’eliminazione di ogni forma di dissenso. Comunisti, socialisti, massoni, ecc. (e loro famiglie) furono oggetto di repressione, rappresaglia, deportazione nei campi di concentramento. Le vittime appartenenti a questa categoria furono almeno un milione e mezzo. Tra di esse furono circa 30.000 i deportati politici italiani e 40.000-50.000 i militari italiani (su circa 600.000 internati) che dopo l’8 settembre 1943 trovarono la morte nei campi di lavoro e di sterminio nazisti.
  • Indesiderabili. Vanno infine considerati i membri di piccole minoranze, che per ragioni varie erano considerati non-assimilabili al nuovo ordine, che imponeva omogeneità di idee e conformità di comportamento. È il caso di omosessuali, dissidenti religiosi, ecc., circa 17.000,  di cui tra 5.000 e 15.000 omosessuali.

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