Favini Amalio

Amalio Favini, di Angelo e di Giovanna Rozio, nacque il 20 febbraio 1925 a Mulazzano (MI), ultimo di quattro figli. Giovanissimo andò a lavorare con il fratello Enrico, che faceva il macellaio. Nel 1943, quando la Repubblica Sociale Italiana, chiamò la sua classe al servizio di leva, decise di non presentarsi. Per sfuggire alla cattura della GNR, Amalio si uni ai partigiani della 175ª Brigata Garibaldi, che operava nei boschi lungo l’Adda, tra Spino d’Adda e Zelo Buon Persico. Amalio faceva parte del gruppo comandato da Carlo Guaiarini “Barba” e si trovò coinvolto nel rastrellamento del 26 luglio 1944, che la brigata “Ettore Muti” effettuò contro i partigiani lungo le rive del fiume Adda. Catturato con altri partigiani, fu sbattuto davanti a un improvvisato plotone di esecuzione. Amalio era troppo giovane per rinunciare alla vita per un motivo tanto ingiusto e così cercò ancora, disperatamente, di rimandare quel tragico appuntamento scappando, ma fu falciato da una raffica di mitragliatrice. Cadde in un campo di granoturco e i suoi assassini, impietosamente, gli diedero il colpo di grazia e lo lasciarono sul posto.
Il comune di Mulazzano gli ha dedicato una via del paese.