Meazzi Edoardo

Edoardo Meazzi nasce a Vercelli il 4 giugno 1924, da Giuseppe e Anna Maria Carena. Studente universitario di filosofia, collabora al foglio clandestino La Voce dell’Adda (nel quale si dichiara a favore dell’azione antifascista), è tra i protagonisti della resistenza civile lodigiana. Dopo aver conosciuto Ettore Archinti, lo coadiuva nel portare in salvo in Svizzera il resistente Guido Ariano e un compagno di questo, nel gennaio 1944: i due partigiani sono accompagnati in treno da Milano a Como e in battello fino a Moltrasio, quindi, per una ripida mulattiera, attraverso le montagne. È arrestato all’alba del 21 febbraio 1944, con Ettore Archinti e Luigia Mazzini Folli, quando è in procinto di condurre tre militari inglesi, già prigionieri, oltre frontiera. Portato presso l’Ufficio politico investigativo e sottoposto a tortura, nega il coinvolgimento di Archinti, che viene temporaneamente rilasciato. Tradotto in carcere il 5 marzo e trasferito a San Vittore il 21 giugno, nel luglio 1944 è inviato al lavoro coatto presso un’industria chimica in Germania (la Weissing Fabrik di Nünschritz, in Sassonia). Dopo tre mesi, in novembre, è deportato a Bitburg, un campo di punizione a pochi chilometri da Francia e Lussemburgo. Qui trascorre altri tre mesi, scavando trincee anticarro e riparando le strade danneggiate dai bombardamenti alleati. Riesce a fuggire con alcuni compagni e rientra alla Weissing Fabrik, ove rimane fino alla fine della guerra, per tornare a Lodi nell’agosto 1945; qui redige un breve, folgorante diario dell’attività resistenziale con Archinti e dell’internamento a Bitburg.

Muore a Lodi il 10 novembre 2010.