
Anna Paolina Passaglia, nata a Gragnano Trebbiense (Piacenza) l’11 aprile 1902 si avvia in giovanissima età alla professione di sarta. Nel 1920 sposa Giovanni Lanzani e si trasferisce a San Colombano al Lambro, nella casa di famiglia del marito, dove mette al mondo quattro figli.
Anna non frequenta la chiesa e non nasconde le sue opinioni socialiste, maturate grazie al confronto con il padre, e pertanto è isolata e malvista in paese.
Nel 1932 Giovanni viene investito da un’automobile guidata da un fascista e muore; l’antifascismo di Anna è rafforzato dall’impunità di cui gode l’uccisore del marito. Il regime non le rilascia né la tessera alimentare né il materiale scolastico per i figli, uno dei quali, Mario, diventa partigiano dopo l’8 settembre 1943.
Anna entra in contatto con il partito comunista clandestino: procura armi e viveri ai resistenti del territorio e ne accompagna alcuni in montagna, dove andranno a costituire la 167ª Brigata Garibaldi. Le viene affidato il delicato compito di ufficiale di collegamento.
Nel 1944 è arrestata e condotta nel carcere di Lodi, dal quale riesce a fuggire. Torna a San Colombano per trasferire i figli in un luogo sicuro e continuare la lotta fino alla Liberazione. Dopo la guerra fonda la sezione ANPI del territorio e si dedica ad aiutare le persone in difficoltà. Muore a San Colombano, il 19 settembre 1998.