Nato a Casalpusterlengo il 25 luglio 1910, deceduto a Milano il 24 gennaio 1973, dirigente comunista, due Medaglie d’argento al valor militare.
Antifascista attivo mentre ancora frequentava il Ginnasio, nel 1928 (frequentava il primo anno di Medicina a Milano), si iscrisse al Partito comunista e cominciò ad organizzare l’attività clandestina tra gli operai del Lodigiano e del Casalese. Soltanto nel 1931 poté prendere contatti diretti con l’organizzazione del P.C.d.I e ad instaurare rapporti con i compagni della sua città natale. A Casalpusterlengo Scotti riuscì ad operare per una diecina di mesi, poi cadde nella rete della polizia fascista e finì davanti al Tribunale speciale.
Condannato a 7 anni di reclusione, uscì dal carcere nel 1934 per amnistia. Riprese gli studi, ma anche l’attività politica clandestina con gli operai delle principali fabbriche milanesi. Nel 1936 riuscì a sfuggire ad un altro arresto, ma dovette passare clandestinamente in Francia. Di qui accorse in Spagna, nelle file antifranchiste, e divenne commissario politico di Divisione dell’Esercito repubblicano spagnolo. Combatté sui vari fronti sino alla fine del conflitto e, tornato in Francia, tra il 1939 e il 1943, fu tra i dirigenti dell’emigrazione politica italiana e della Resistenza. Con gli pseudonimi di “Pierre” e di “Gabriele”, il giovane antifascista fu, infatti, dal marzo 1942 all’agosto del 1943, responsabile dei Francs-tireurs-et-partisans italiani nel sud della Francia.
L’8 settembre 1943, tornato clandestinamente a Milano, Scotti affianca Luigi Longo nel Comando generale delle Brigate Garibaldi e organizza e dirige, fino al giugno del 1944, i partigiani di Lombardia, Piemonte e Liguria. Passa poi in Piemonte (i suoi nomi di battaglia sono, a via a via, “Grossi”, “Augusto”, “Fausto”) e diventa comandante regionale delle “Garibaldi” e vice comandante del Comando Militare Regionale Piemontese.
Chiamato a far parte del Triumvirato insurrezionale piemontese del Partito comunista, Scotti organizza e dirige l’insurrezione vittoriosa, che gli varrà, dopo il conflitto, il conferimento (per meriti partigiani), della cittadinanza onoraria di Torino. Nel dopoguerra è tra i più importanti dirigenti comunisti: segretario della Federazione comunista milanese sino al 1946; membro del Comitato centrale del suo partito; membro del Consiglio mondiale dei partigiani della pace nel 1950; presidente dell’ANPI di Milano; vice presidente nazionale, dal 1969, della stessa Associazione. Francesco Scotti è stato anche deputato all’Assemblea Costituente, deputato alla Camera nella prima e seconda Legislatura e senatore nella quarta e nella quinta, occupandosi in particolare delle condizioni dei lavoratori, delle rivendicazioni degli ex combattenti e partigiani, d’igiene e sanità, di inquinamento atmosferico, di trasporti interurbani e del sistema aeroportuale di Milano.